A cura della dott.ssa Anna Radice, specialista allergologa AAIITO
L’anafilassi è la più grave manifestazione allergica che interessa contemporaneamente due o più organi e può essere fatale se non trattata tempestivamente.
L’anafilassi può coinvolgere i seguenti organi con diverse manifestazioni:
- la cute e le mucose –> orticaria, angioedema
- l’apparato respiratorio –> rinite, asma
- l’apparato gastroenterico –> dolori addominali severi, nausea, vomito, diarrea
- l’apparato cardiovascolare –> ipotensione fino alla perdita di conoscenza.
Esistono molteplici definizioni di anafilassi e sistemi di classificazione in base alla sua gravità, ma a livello internazionale, viene sottolineato che i sintomi di un’anafilassi sono severi; pertanto, in caso di una singola orticaria isolata su base allergica non si parla di anafilassi.
Gli agenti responsabili dell’anafilassi
Gli agenti responsabili di questa situazione clinica (definiti agenti eziologici) variano a seconda dell’età. L’anafilassi nei bambini è più tipicamente causata dall’allergia ad alimenti, in particolare latte, uova, arachidi e nocciola con ulteriore stratificazione a seconda della fascia di età.
Con l’aumentare dell’età, invece, si assiste ad un progressivo cambiamento degli agenti eziologici: nell’adulto, infatti, i farmaci ed il veleno di imenotteri (api, vespi) divengono più frequentemente gli agenti eziologici delle anafilassi nell’età adulta.
Da un recente studio italiano che ha coinvolto 149 specialisti allergologi afferenti alla società scientifica AAIITO (Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri) è emerso che 1/3 degli specialisti allergologi presenti sul territorio italiano si occupa di tutte le tipologie di anafilassi con una prevalenza di anafilassi da alimenti e veleno di imenotteri.
La mortalità da anafilassi
Nonostante l’aumento delle patologie allergiche nel mondo, che ad oggi coinvolgono il 20% della popolazione mondiale, e dei ricoveri per anafilassi, la mortalità per anafilassi rimane stabile allo 0.5-1% dei casi da anni.
Come gestire l’anafilassi
Alla luce di questi dati è importante ricordare che la gestione di una anafilassi si divide in due momenti:
- quando la reazione è in corso (in acuto)
- dopo la risoluzione dell’evento (in elezione)
Nel primo caso è necessario allontanare il paziente dall’agente causale della reazione, se identificabile e se possibile, ed intervenire tempestivamente con la terapia a base di adrenalina. L’adrenalina è l’unico farmaco salvavita in caso di anafilassi. La sua importanza è tale che i pazienti che presentano condizioni di rischio per anafilassi devono portare sempre con sé le penne preriempite (dette autoiniettori) contenenti il dosaggio adeguato di adrenalina.
È importante ricordare che l’uso di antistaminici e cortisone è utile solo in caso di coinvolgimento esclusivo della cute e delle mucose esterne senza coinvolgimento degli organi interni, ovvero in episodi allergici non classificabili come anafilassi.
Gli autoiniettori di adrenalina
Attualmente, sono a disposizione gli autoiniettori di adrenalina con i dosaggi da 150, 300 e 500 mcg. La prescrizione ed il training al loro impiego deve essere eseguita da personale sanitario formato, compreso quello del pronto soccorso.
Quando un paziente sperimenta un episodio di anafilassi, deve rivolgersi allo specialista allergologo che individuerà la possibile eziologia e gli eventuali cofattori favorenti l’evento. Inoltre, istruirà il paziente ad evitare ulteriori reazioni, a riconoscerle e ad utilizzare correttamente l’autoiniettore di adrenalina.
Dallo studio AAIITO sull’anafilassi è emerso che ogni mese l’87,3% degli specialisti coinvolti prescrive almeno un autoinettore di adrenalina, e la maggior parte degli intervistati considera la possibilità di prescrivere l’autoiniettore di adrenalina da 500 mcg, rispetto ai dosaggi inferiori, in un soggetto adulto a rischio di anafilassi, in base alle caratteristiche del paziente (peso, età, etc) ed alle caratteristiche dei pregressi episodi anafilattici come ad esempio la gravità e la risposta al trattamento.
Il doppio autoinettore di adrenalina
Poichè occasionalmente il device può non erogare correttamente l’adrenalina l’agenzia regolatoria europea (EMA) raccomanda di dotare i pazienti con noto rischio di anafilassi di due dispositivi di adrenalina auto iniettabile.
Secondo quanto emerso dallo studio AAIITO, la scelta di prescriverne due dispositivi di adrenalina solitamente si basa sulle caratteristiche del paziente (peso, età, ecc), sulla causa dell’anafilassi e sulle direttive della ASL o della Regione di riferimento.
Conclusioni
Da studi internazionali ed europei emerge che gli specialisti allergologi europei aderiscono molto bene alle linee guida sulla gestione dell’anafilassi. In particolare, l’autoiniettore di adrenalina viene prescritto nelle circostanze adatte ed il training al suo impiego viene eseguito nella totalità dei casi.
Ciononostante, sia i pazienti muniti di autoiniettori che il personale laico mostra una scarsa aderenza all’impiego dell’autoiniettore di adrenalina, in parte per il timore degli effetti collaterali del farmaco. In realtà, l’adrenalina non si associa ad effetti collaterali gravi ad eccezione di rari casi isolati in pazienti affetti da patologie del ritmo cardiaco. L’adrenalina viene impiegata da almeno 6 decadi nelle anafilassi e viene prescritta anche in pazienti anziani e nei lattanti.
Il suo mancato impiego, invece, si associa ad esiti fatali di anafilassi, pertanto, come specificato dalla letteratura internazionale, è necessario implementare la conoscenza della popolazione generale sul corretto uso dell’autoiniettore anche nel personale laico, es. insegnanti a scuola, nelle palestre, ecc in modo che possano intervenire tempestivamente e nel modo corretto.
adenalina, anafilassi