Sicuramente vi sarà capitato di sentir dire almeno una volta “sono allergico ai gatti” oppure “sono allergico al pelo del gatto”. In realtà entrambe le espressioni sono improprie perchè a scatenare le reazioni è la molecola Fel d 1, che ha origine nelle ghiandole sebacee del felino e nella sua saliva; è presente quindi sul pelo e nelle sua saliva e viene rilasciato in grande quantità nell’ambiente, indipendentemente dal livello di pulizia dell’animale. Ma quali sono i sintomi tipici ed i rimedi di questa allergia?
Lo abbiamo chiesto al dott. Alessandro Marra, Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica e Coordinatore Nazionale Giovani AAIITO
Intervista realizzata in collaborazione con Pazienti.it
Come si manifesta questa allergia?
L’allergia al pelo del gatto è un tipo di allergia molto frequente che provoca rinite con naso che cola, starnuti frequenti, occhi arrossati e pruriginosi, lacrimazione ed in alcuni casi orticaria da contatto. Può anche causare asma bronchiale, con i sintomi tipici di difficoltà respiratoria, respiro sibilante, tosse. E’ importante sapere che i sintomi di questa allergia possono manifestarsi anche dopo lunghi periodi di convivenza con un gatto.
Quali sono le conseguenze?
Le conseguenze sono assai variabili da individuo a individuo. Da un lato l’allergia al gatto va sempre considerata una possibile causa di reazioni asmatiche, anche gravi. Dall’altro, uno dei fenomeni più caratteristici degli allergeni di derivazione animale è la possibilità per i soggetti sensibilizzati di sviluppare uno stato più o meno completo e duraturo di tolleranza immunologica senza manifestare disturbi, tolleranza, che spesso però risulta molto labile. Le situazioni che possono rompere questa tolleranza incorrendo in sintomi anche gravi, possono essere diverse:
- Quando nella stessa abitazione arriva un animale nuovo in aggiunta ad uno o più già presenti, con conseguente aumento di esposizione agli allergeni e rischio di crisi asmatiche;
- In caso di esposizione ad un animale diverso: spesso i pazienti sanno di tollerare il loro ma non quello di altri, quando capita di frequentare altre case e loro iniziano ad accusare i sintomi della rinite, congiuntivite e dell’asma allergico;
- In caso di allontanamento dall’ambiente di vita anche solo per breve periodo, oppure un cambiamento nelle abitudini: spesso i giovani che si spostano dalla famiglia in altre città e tornano a casa a fine settimana, si rendono conto di non riuscire più a tollerare l’animale con cui hanno vissuto per anni e iniziano ad accusare sintomi respiratori.
Tutto ciò dimostra quanto l’equilibrio in questo tipo di allergia, sia instabile e possa a volte mascherare uno stato di iperreattività bronchiale latente che mette a rischio il soggetto di crisi asmatiche importanti, specie quando intervenga un altro fattore scatenante, ad esempio uno stress acuto, un’infezione respiratoria oppure l’esposizione ad altri allergeni, ad esempio i pollini durante la stagione critica.
Quali sono i rimedi (anche naturali) in questi casi?
L’estrema diffusione dell’allergene di gatto e il ruolo sensibilizzante di una esposizione continua all’allergene rendono difficile attuare misure preventive valide. La misura più semplice ma meno gradita ai pazienti sarebbe l’allontanamento dell’animale. Numerosi studi condotti nelle abitazioni di persone asmatiche, utilizzando misure preventive analoghe a quelle utilizzate per l’acaro, non hanno ottenuto riduzione significativa dell’allergene di gatto, né miglioramenti clinici. Le proprietà insite nell’allergene Fel d 1 e la sua capacità di legame con particelle più piccole lo rendono capace di mantenersi disperso nell’aria per lungo tempo. Anche i tentativi di intervento più aggressivi proposti in passato, quali il lavaggio regolare dell’animale, pur di non ricorrere all’allontanamento, si sono dimostrati in realtà insufficienti per i pazienti con sintomi respiratori più importanti. Ciò che è davvero importante specie per gli asmatici è tenere il più possibile sotto controllo la loro patologia tramite i farmaci e le cure del caso e consultare sempre l’allergologo di riferimento.
Esiste un vaccino per l’allergia al pelo del gatto?
Chiamarlo vaccino è un termine improprio ma esiste ed è la principale arma che noi abbiamo per difendere i pazienti. E’ la terapia iposensibilizzante, l’unica in grado di indurre una reale tolleranza immunologica. L’Immunoterapia allergene-specifica (AIT), questo è il vero nome, può essere praticata per via sublinguale o sottocutanea e si è dimostrata efficace garantendo una assoluta sicurezza per il paziente. L’Immunoterapia allergene-specifica, affiancata alle cure farmacologiche adeguate alla gravità dei sintomi respiratori, rappresenta l’unica possibilità per il paziente che non voglia rinunciare alla convivenza con l’animale, di poterlo fare riducendo al minimo il rischio di un aggravamento progressivo della situazione clinica, in particolare respiratoria.
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