Molte allergie potrebbero essere risolte con l’immunoterapia allergene specifica, il cosiddetto ‘vaccino’ che desensibilizza la persona allergica ovvero la rende meno sensibile nei confronti dell’allergene. Il trattamento prevede di somministrare dosi man mano crescenti di ciò che non si tollera, per via sottocutanea o sublinguale.
Nel primo caso si tratta di iniezioni nel sottocute del braccio con fasi di induzione generalmente di poche settimane e poi intervalli di somministrazioni mensili. Anche per la via iniettiva ci possono essere cicli prestagionali per pollini o continuativi (sia per pollini che per allergeni perenni come, ad esempio, gli acari della polvere). Nel secondo caso si tratta di gocce o compresse da mettere sotto la lingua tutti i giorni in fase pre-costagionale nel caso dei pollini (prima e durante la stagione pollinica), ma esistono anche immunoterapie per pollini che hanno un impiego sublinguale per tutto l’anno.
L’immunoterapia deve essere proseguita per lungo periodo (almeno 3 anni/stagioni) perchè “abituare” il sistema immunitario richiede tempo. Si tratta di una terapia efficace se eseguita e continuata correttamente dal paziente. Il trattamento non entra in conflitto con le classiche terapie per l’allergia, che possono essere prese in caso di sintomi, ma che grazie all’immunoterapia allergene-specifica diventano spesso meno necessarie.
Purtroppo, la diffusione delle allergie respiratorie è in aumento, ma la prescrizione di immunoterapia non lo è. Nonostante l’efficacia dell’immunoterapia, si stima che venga usata in meno del 5% dei casi, sebbene si ipotizzi che l’impiego sarebbe adeguato per almeno il doppio degli allergici. I motivi sono di ordine pratico ed economico. I regimi di rimborsabilità sono diversi a seconda della Regione di appartenenza: in alcune l’immunoterapia è pagata dal Servizio Sanitario, in altre no ed una spesa media di 500-600 euro l’anno non è sostenibile per alcuni pazienti. Inoltre, queste terapie richiedono che il paziente sia seguito da vicino e in alcune situazioni i servizi di allergologia sono in difficoltà per carenza di personale: nonostante i pazienti continuino a crescere, il numero degli allergologi si è più che dimezzato negli ultimi vent’anni.
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