A cura del Dott. Lorenzo Cecchi, Allergologo AAIITO
I pazienti allergici ai pollini sono forse quelli che più notano i cambiamenti dell’ambiente che ci circonda. Sono i primi che si accorgono dell’inizio della fioritura delle piante, della durata e dell’intensità dell’impollinazione. Nonostante tutte le informazioni disponibili sulla quantità di pollini presenti nell’aria, grazie alle reti di monitoraggio aerobiologico diffuse su quasi tutto il territorio nazionale, spesso anche noi allergologi chiediamo a loro se hanno iniziato ad avere sintomi; in altre parole li usiamo un pò come sentinelle di ciò cha avviene nell’ambiente.
Come ormai è chiaro e noto a tutti, il nostro clima sta cambiando velocemente e la causa principale è l’aumento dei gas serra che provocano un aumento della temperatura terrestre. Questo effetto dell’attività umana ha una conseguenza anche sulle piante, incluse quelle che producono pollini allergenici, che tendono in generale a fiorire prima ed in alcuni casi anche più a lungo.
Per questo motivo non possiamo più fare completo affidamento ai cosiddetti calendari pollinici, cioè quei calendari basati sui dati storici dei pollini di una determinata area che sono stati utilizzati dagli allergologi per consigliare quando iniziare e quando terminare la terapia della pollinosi (i sintomi nasali, oculari e respiratori provocati dai pollini). Proprio a causa della variabilità dovuta ai cambiamenti climatici ha acquistato sempre più importanza sapere quali pollini sono nell’aria in quel determinato giorno e possibilmente quale sarà il rischio di avere sintomi nei giorni successivi. Infatti, per ridurre l’utilizzo di farmaci a vantaggio sia della salute del paziente che della spesa sanitaria, sarebbe importante poter iniziare la terapia all’inizio dei sintomi o, idealmente, qualche giorno prima.
Se da una parte la ricerca è riuscita a mettere a punto un sistema automatico (ma molto costoso..) di misurazione dei pollini nell’aria in grado di fornire dati real-time, non è ancora disponibile un modello di previsione che permetta di allertare con qualche giorno di anticipo sull’inizio della fioritura o su una giornata particolarmente a rischio. Da qui l’idea di utilizzare le informazioni che derivano proprio dai pazienti più sensibili ai pollini per avvisare tutti i pazienti dell’arrivo della stagione.
Le potenzialità di questo approccio si sono intraviste comparando le ricerche per pollini, rinite ed altri termini collegati con la pollinosi su Google (Google Trends) con i dati relativi ai pollini. Ebbene, i dati sono sostanzialmente comparabili e, anche se ovviamente Google Trends non fornisce alcun dettaglio sul tipo di polline, questo dato è facilmente desumibile dalla conoscenza dei pollini allergenici della zona. Sono allo studio o in fase di sperimentazione applicazioni in grado di integrare tutte queste informazioni e fornire informazioni personalizzate ai pazienti per un utilizzo più razionale della terapia.
Nonostante tutte queste iniziative nel campo della ricerca, il consiglio rimane quello di iniziare la terapia nel momento della comparsa dei primi sintomi nel periodo usuale di fioritura dei pollini ai quali il paziente è allergico; per questo e per i motivi legati ai cambiamenti climatici, la conoscenza dei calendari pollinici andrà integrata con i bollettini dei pollini settimanali o giornalieri, disponibili praticamente su tutto il territorio nazionale.
E’ così che il paziente affetto da pollinosi e il medico allergologo si trovano a collaborare per rendere la terapia efficace e soprattutto limitata al periodo nel quale essa è veramente necessaria. Ma soprattutto i due protagonisti di questa alleanza si trovano anche costretti a conoscere l’ambiente nel quale vivono ed operano e in qualche modo a sorvegliarne i cambiamenti. In molte aree del nostro Paese l’effetto di questi cambiamenti è particolarmente evidente, tanto che i pazienti sono costretti ad iniziare la terapia molto in anticipo rispetto al solito, come accade per alcuni alberi come il cipresso o la betulla, o a riprendere la terapia anche in settembre-ottobre, come ne caso di graminacee e parietaria.
Tutti gli abitanti del pianeta dovrebbero essere coscienti dello stato di salute del nostro ambiente e fare tutto il possibile per mantenerlo, ma pazienti allergici e medici allergologi lo dovrebbero essere ancora di più.
AAIITO, allergie respiratorie, allergologo, clima, pollini