Ancora una volta rischia di essere una “maledetta primavera”, almeno per gli allergici… Il cambio di stagione porterà nel giro di poche settimane a milioni di italiani: starnuti, naso che cola ed occhi rossi. Le allergie respiratorie ed in particolare la rinite allergica e l’asma allergico sono sempre di più un fenomeno in continua espansione e colpiscono oggi fino ad un italiano su quattro. Lo studio italiano “External exposome and allergic respiratory and skin Diseases” recentemente pubblicato su “Journal Allergy Clinical Immunology”, parte dal dato epidemiologico e schematizza in modo chiaro le cause che hanno portato le allergie a diventare una vera e propria epidemia in poco più di dieci anni.
Il recente concetto di “external exposome” riesce a essere rappresentativo della realtà e analizza una molteplicità di fenomeni, che, soltanto se considerati nel loro insieme, possono fornire una spiegazione concreta del boom delle allergie. In sintesi il riscaldamento globale, l’inquinamento, le condizioni socio-economiche e gli stili di vita adottati nei paesi occidentali, sono i principali motori dello sviluppo delle allergie. Oggi si stima che un italiano su quattro soffra di una qualche forma di allergia e che nei prossimi 20 anni il problema possa crescere colpendo addirittura un italiano su tre.
Riscaldamento globale: maggiore diffusione delle piante allergiche, fioriture prolungate, maggiore produzione di pollini. Nonostante la posizione degli Stati Uniti, il progressivo cambiamento climatico è ormai una realtà. Gli esperti del “clima change” in questi anni hanno registrato un aumento della temperatura media terrestre di +0,7 °C rispetto all’era pre-industriale, ma si aspettano, se non verranno presi i giusti correttivi, un incremento entro fine secolo di + 2 °C, con esiti globali drammatici e difficilmente controllabili. Per quanto riguarda le allergie l’aumento della temperatura del pianeta, dei gas serra, ed in particolare dell’anidride carbonica, influenzano lo sviluppo delle piante, la fase di fioritura e la produzione dei pollini. Le conseguenze di questi cambiamenti sono che le persone che soffrono di allergia ai pollini avranno sintomi, come rinite, congiuntivite o asma, sempre più in anticipo e probabilmente per un periodo più lungo, rispetto a prima. In generale tra le fioriture anticipate e l’aumento della stagione pollinica si segnalano soprattutto gli alberi come il nocciolo, la betulla, la quercia, il cipresso, mentre l’ambrosia invece è nota per essere cresciuta in modo esponenziale in vaste aree del Nord Italia.
Stile di vita occidentale ed igiene, fattori di incremento delle allergie. La controprova? L’insorgenza delle allergie nei migranti. Le allergie sono più frequenti nei paesi sviluppati ed aumentano nei migranti che si spostano da un paese in via di sviluppo ad uno più sviluppato. I fattori socio-ambientali, come l’eccessiva igiene ed in generale lo stile di vita proprio dei paesi occidentali, possono aumentare il rischio di sviluppare l’allergia. Dati recenti infatti dimostrano come i migranti sviluppino l’allergia in media da 1 a 3 anni dopo l’arrivo in paesi ad alta prevalenza di malattie allergiche e che spesso il rischio e la gravità della malattia aumenta con la permanenza.
I pollini, questi sconosciuti. Diversamente da quanto si può credere a suscitare sintomi di raffreddore allergico non sono i “piumini” che in questa stagione coprono le strade e i parchi come neve. Il polline è molto più piccolo e non visibile ad occhio nudo. Quando i pollini di una specie raggiungono la massima concentrazione stagionale si parla di picco pollinico ed è il momento in cui molti pazienti allergici manifestano sintomi clinici di raffreddore, congiuntivite e di asma. L’Italia è un paese caratterizzato da una grande varietà di piante e specie diverse. L’estensione longitudinale del nostro paese individua tre aree abbastanza omogenee in termini di calendari pollinici: la fascia del Nord Italia, del Centro e del Sud. La Liguria, pur essendo al Nord presenta un microclima molto simile al Sud Italia.
Nord Italia: Betullacee e Graminacee. Nell’area Nord i pollini più importanti sono le betullacee (fioritura da metà – fine febbraio sino a fine aprile) ed il nocciolo, il primo a spargere al vento i pollini. I pollini di betullacee possono causare sia oculo-rinite che asma ed una caratteristica questi pollini è la capacità di sensibilizzare pazienti anche adulti o anziani, che mai avevano manifestato sintomi allergici in giovane età e che si possono scoprire allergici anche dopo i sessant’anni. La famiglia delle graminacee, comprende almeno 120 specie tra spontanee e coltivate. Fioriscono dai primi di aprile e hanno un picco in maggio-giugno, talvolta anche un secondo picco più tardivo in settembre.
Centro Italia: Graminacee, Ulivo. Tra i pollini del Centro e Sud Italia, oltre alle graminacee spicca l’Ulivo che ha una pollinazione esplosiva con un picco concentrato in circa 40 giorni (maggio-giugno) e quadri clinici caratterizzati da oculo-riniti molto fastidiose. Frequentemente l’allergia all’ulivo si associa a quella delle graminacee.
Sud Italia: Parietaria o erba del vento. Pianta erbacea della famiglia delle urticacee, molto diffusa soprattutto nelle zone costiere. Mediamente il picco pollinico della Parietaria è in maggio- giugno ma nelle aree costiere comincia molto precocemente (addirittura in marzo) e finisce tardivamente (qualche volta anche metà ottobre). Il polline è molto piccolo ed in grado di liberare allergeni molto potenti che sono responsabili oltre che di rinite, anche di importanti crisi asmatiche.
Menzione speciale per l’Ambrosia. Si tratta di una pianta infestante originaria degli USA il cui polline è arrivato in Europa con il traffico aereo. Ha il suo picco pollinico in tarda estate tra luglio e settembre e cresce lungo le strade e dove sono presenti cantieri. E’ responsabile di vere e proprie epidemie asmatiche tardo estive nelle aree urbane del Nord.
L’allergia, essendo una malattia del sistema immunitario, è conseguentemente una malattia sistemica che interessa cioè tutto l’organismo. Proprio per questo occupa un ruolo centrale nel suo trattamento l’ immunoterapia con allergeni.L’Immunoterapia Allergene Specifica (AIT) la terapia che cura l’allergia, cambiando la storia naturale della malattia. L’Immunoterapia Allergene Specifica, più nota con il poco corretto termine di vaccino, consiste nella somministrazione di dosi progressivamente crescenti dell’allergene verso cui il paziente è sensibilizzato. In tal modo il suo sistema immunitario viene sollecitato a difendersi contro la sua allergia, producendo anticorpi di difesa contro lo stesso allergene ed inducendo quindi una tolleranza alla sua riesposizione.
Il valore aggiunto dell’AIT rispetto agli altri farmaci anti-allergici. La reazione allergica è dovuta ad una alterata reazione del sistema immunitario nei confronti di sostanze generalmente innocue – nelle allergie respiratorie le più comuni sono acari, pollini, muffe ed epiteli – ed è altrettanto noto e dimostrato, grazie all’utilizzo di numerosi biomarcatori, come l’immunoterapia specifica, agendo sulla causa della malattia, sia in grado di correggere tale alterazione. Infatti la “regolazione” del sistema immunitario ad opera della Immunoterapia Allergene Specifica riduce non solo i sintomi ed il consumo di altri farmaci ma anche il rischio della comparsa di nuove patologie che vanno ad aggiungersi a quelle già presenti, le cosiddette comorbidità. Tra queste la sinusite, la poliposi nasale, l’asma nei pazienti con sola rinite, l’ipertrofia adenoidea nei bambini. Inoltre gli effetti positivi di una corretta immunoterapia sono abbastanza rapidi, manifestandosi già dopo i primi mesi di trattamento. Nelle allergie respiratorie i più comuni farmaci utilizzati, come gli antistaminici ed i corticosteroidi topici, sono utili ed efficaci sui sintomi, i quali tuttavia si ripresentano non appena il loro effetto cessa. In altri termini non agiscono sulla causa ma solo sulle conseguenze. L’AIT, agendo sul meccanismo della malattia, non solo riduce i sintomi ed il consumo dei farmaci, ma mantiene la propria efficacia per molti anni dopo la sospensione del ciclo di trattamento, che dovrà per questo avere una durata di almeno 3-4 anni. L’AIT può essere somministrata per via sottocutanea o sublinguale. Il rischio di reazioni avverse è estremamente basso, in particolare con la via sublinguale; le controindicazioni pochissime e non c’è limite di età al suo utilizzo.
Consulta l’articolo scientifico External exposome and allergic respiratory and skin Diseases
AIT, allergie respiratorie, allergologo, asma, clima, patologie allergiche, pollini, rinite