Articolo a cura del Dott. Lorenzo Cecchi, Presidente dell’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (AAIITO)
Cambiamenti climatici e ambiente
L’inquinamento dell’aria, inteso come l’alterazione del suo livello di qualità e purezza per emissione di sostanze chimiche e biologiche, è tra i principali responsabili del cambiamento climatico. I gas serra rilasciati nell’atmosfera – in particolare il diossido di carbonio (CO2) – causano infatti aumento della temperatura terrestre, con eventi estremi come le ondate di calore ma anche desertificazione: tutti possibili fattori di rischio per la nostra salute, oltre che per la biosfera e la biodiversità. È dimostrato che questi cambiamenti climatici influenzano, tra le altre cose, lo sviluppo di asma e allergie respiratorie, anche a causa dell’impatto che generano sulla produzione dei pollini. L’incidenza di malattie respiratorie come allergie e asma è già aumentata in modo significativo a livello planetario e questa impennata porta con sé anche una crescita nel tasso della mortalità dovuta a queste malattie. Il massiccio aumento delle emissioni di agenti inquinanti e gas serra nell’aria rappresenta un problema in molte regioni del pianeta.
Asma e allergie respiratorie
Come si sviluppano?
Le allergie respiratorie hanno un’importante componente genetica che condiziona anche la risposta agli stimoli ambientali; in particolare questo avviene tramite un’alterazione della relazione tra sistema immunitario e ambiente.
Secondo l’ipotesi igienica, formulata agli inizi degli anni ’90, le persone che sono in contatto con agenti patogeni (virus, batteri) hanno meno probabilità di sviluppare allergie. Lo testimoniano anche studi su bambini che vivono in contesti rurali ed a contatto con gli animali da fattoria, per i quali la prevalenza di allergie è nettamente inferiore rispetto ai coetanei di città. Questo accade perché, nei contesti rurali, viene mantenuto l’equilibrio tra l’ambiente e il nostro sistema immunitario. Negli anni successivi è stato dimostrato come in realtà l’elemento chiave sia nel numero e nella diversità dei germi (biodiversità) con i quali l’uomo ha stabilito un contatto tramite il sistema immunitario. L’allontanamento dagli ambienti rurali a favore di una vita di città ha spezzato questo equilibrio, riducendo la biodiversità e contribuendo all’aumento delle allergie a livello globale ma soprattutto nei paesi con stile di vita occidentale.
L’incidenza e le previsioni di crescita
Secondo l’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica (EAACI), 100 milioni di cittadini europei soffrono di rinite allergica e 70 milioni di asma, due malattie spesso complementari, tanto che il 90% degli asmatici soffre anche di rinite e il 50% di chi soffre di rinite allergica è interessato anche da forme di asma di diversa entità. Ma il dato davvero preoccupante è la stima che EAACI fa per il 2050. Secondo l’Accademia, il 50% della popolazione sarà allergico. Fra le cause ci sono i cambiamenti climatici.
Cambiamenti climatici e allergie respiratorie
Gli inquinanti atmosferici
Le allergie respiratorie sono provocate da allergeni che scatenano reazioni nell’organismo, dopo esservi entrati in contatto attraverso l’aria respirata. A oggi, le evidenze indicano una correlazione tra l’inquinamento dell’aria e l’aumento dei casi e dell’intensità delle allergie respiratorie, correlazione causata dalla sinergia dannosa tra gli inquinanti, che danneggiano la mucosa facilitando la maggiore penetrazione dei pollini, i pollini stessi e gli aeroallergeni in generale.
L’inquinamento atmosferico e le sostanze chimiche introdotte dall’uomo danneggiano la barriera epiteliale, un “muro” che si erge a protezione del sistema immunitario, filtrando tutto ciò che arriva dall’esterno e limitando il numero di sostanze che entrano in contatto con l’organismo. Negli ultimi 60 anni, si stima che siano state introdotte oltre 350.000 nuove sostanze, molte delle quali sono in grado di danneggiare la barriera epiteliale e consentire la penetrazione di allergeni, sostanze inquinanti e irritanti. Inoltre, i microorganismi come i batteri, che in condizioni normali vivono sopra la barriera epiteliale garantendone l’equilibrio, laddove la barriera epiteliale è danneggiata, possono penetrare nell’organismo alterando la normale risposta immunitaria e dando luogo a una infiammazione, che sta alla base delle malattie allergiche e di molte altre malattie croniche.
L’aumento della temperatura
Anche l’aumento della temperatura gioca un ruolo fondamentale nell’incidenza di allergie respiratorie e asma. Con la diminuzione dei giorni di freddo e l’allungarsi della stagione calda, si anticipano le stagioni di fioritura di moltissime specie di piante, come la betulla e il cipresso, e si prolunga la fioritura di altre, come le graminacee e la parietaria. Inoltre, a causa dell’aumento dei livelli di CO2 nell’aria, lo stesso processo di fotosintesi subisce dei cambiamenti, determinando l’aumento della produzione di polline. Il polline, oltre a essere un allergene, agisce come collettore e trasportatore di inquinanti atmosferici come ozono, biossido di azoto e particolato, causa di danni alla barriera epiteliale.
Ma l’aumento della temperatura del pianeta non ha effetti solo sulla produzione dei pollini. I cambiamenti climatici in atto causano sempre più spesso anche fenomeni meteorologici estremi come uragani, tempeste e forti temporali. Questi fenomeni, oltre a causare ingenti danni, rappresentano un ulteriore fattore di rischio per le persone allergiche o asmatiche, poiché abbassano i pollini al suolo e li frantumano in particelle più piccole, che accedono più facilmente alle vie respiratorie. È facile che durante le prime fasi di un temporale, gli allergici inalino alte contrazioni di polline disperso nell’atmosfera, possibile causa di epidemie di asma grave.
Conclusioni
I cambiamenti climatici determinano:
- aumento della produzione di polline e della durata delle fioriture;
- fenomeni meteorologici estremi (asma da temporale);
- aumento della concentrazione degli inquinanti.
Inoltre, gli inquinanti dell’aria e dell’ambiente hanno effetti negativi sulle vie respiratorie e comporta:
- compromissione dell’attività ciliare della barriera epiteliale;
- aumento della permeabilità dell’epitelio;
- attivazione di processi infiammatori a livello delle mucose delle vie respiratorie;
- morte e stress ossidativo delle cellule epiteliali delle vie aeree.
Quali soluzioni preventive si possono adottare?
Considerato l’impatto che può avere l’ambiente sulle allergie respiratorie e la maggior predisposizione dei bambini a svilupparle (oltre 1 bambino su 3 presenta almeno un episodio di respiro affannoso acuto prima dei tre anni di età), la prevenzione assume particolare rilevanza. Seguendo i principi dell’ipotesi della biodiversità, in Finlandia, lo Stato ha attivato un progetto che prevede attività ricreative all’aria aperta per i bambini, in particolare quelle che prevedono il contatto con la terra come, per esempio, creare un piccolo orto, così da riavvicinarli alla natura. I risultati sono già positivi, nella riduzione sia delle allergie respiratorie, che dell’asma.
Anche gli adulti possono fare prevenzione, adottando uno stile di vita sano e una dieta ricca di antiossidanti, informandosi sui sistemi di previsione e monitoraggio ambientale per i pollini e gli agenti inquinanti, limitando alcuni tipi di attività sportiva durante la stagione primaverile, come il ciclismo, che espone la persona ad alte concentrazioni di pollini.
Per quanto riguarda gli allergeni indoor (polvere, forfora degli animali da compagnia) è importante utilizzare materassi e cuscini anti-acari, lavare i propri animali ed evitare che utilizzino divani, mobili imbottiti e letto.
Oltre la prevenzione, i farmaci giocano un ruolo importante nel contrastare i sintomi delle allergie. Gli antistaminici, disponibili in forma di spray nasali e colliri o compresse da assumere per via orale, sono i farmaci di prima linea nel contrasto dei sintomi. Gli spray cortisonici agiscono anche nel caso di congestione nasale se usati con regolarità, mentre i colliri antiallergici sono utili per alleviare i sintomi della congiuntivite, quando associata a rinite allergica. Infine, da tenere in considerazione l’unica terapia causale delle allergie respiratorie e caposaldo della terapia delle malattie allergiche rappresentata dall’immunoterapia specifica. I farmaci e l’immunoterapia sono armi potenti, sicure ed efficaci nelle mani dello specialista in Allergologia e Immunologia Clinica.
Il vademecum dell’allergologo per affrontare al meglio la stagione allergica:
- Identificare correttamente il problema, affidandosi a uno specialista quando i sintomi risultano persistenti.
- Ridurre l’esposizione o le possibilità di incorrere in una manifestazione allergica tenendo monitorati le concentrazioni degli allergeni nell’aria e i propri sintomi.
- Utilizzare in modo appropriato la terapia farmacologica e l’immunoterapia specifica, sempre su prescrizione e sotto controllo dello specialista.
- Informarsi presso fonti accreditate, bollettini ufficiali dei pollini o siti gestiti da professionisti.
- Godersi l’aria aperta con prudenza, scegliendo i momenti della giornata in cui i pollini si diffondono maggiormente nell’aria, come la tarda mattinata e le prime ore del pomeriggio.