A cura del dott. Gabriele Cortellini, Allergologo AAIITO
Molto spesso le reazioni avverse ai farmaci vengono scambiate per allergie.
Si pensi ad esempio, a chi sviluppa un disturbo gastrico dopo aver assunto un’aspirina che spesso sostiene di essere “allergico” al farmaco. In realtà, non si tratta di una reazione allergica vera e propria, ma di una comune reazione avversa. Ma facciamo un po’ di chiarezza.
Gli effetti collaterali dei farmaci
Con il termine “reazioni avverse a farmaci” vengono considerate un vasto numero di reazioni indesiderate che fanno parte non solo dell’allergia, ma più in generale degli effetti “nocivi” del farmaco e sono talvolta legati strettamente ad un effetto terapeutico, quindi benefico, del farmaco stesso.
Si parla di “finestra terapeutica” per indicare la dose di farmaco (sia minima che massima) che esercita un benefico effetto curativo rispetto a quello tossico causato da dosi superiori e quindi eccessive: questa finestra può essere stretta per alcuni farmaci oramai in disuso come, ad esempio, la teofillina, ma è generalmente ampia per la maggior parte dei farmaci.
Un esempio di effetto collaterale non allergico, come anticipato in precedenza, è rappresentato dalla gastrite provocata da farmaci usatissimi come gli antinfiammatori non steroidei (FANS), quali aspirina o ibuprofene. Si tratta di un tipico effetto, farmacologicamente definito come comune prevedibile, di reazione avversa a farmaco di tipo tossico, non allergico. In queste reazioni è anche importante la dose, ovvero la quantità del farmaco colpevole che il paziente assume.
Le reazioni avverse prevedibili da farmaco sono le più frequenti e dipendono da effetti tossici dei farmaci stessi, spesso da un loro sovradosaggio, o da un loro noto effetto indesiderato di tipo biologico. Ne sono un esempio farmaci ben noti ed indispensabili, ma fin troppo discussi, quali i vaccini per Covid 19. Molti loro effetti collaterali quali febbre, dolori articolari e lo stesso eritema che può verificarsi a distanza di alcuni giorni sono ben descritti, appartengono agli effetti comuni e prevedibili di tipo biologico, ma nonostante questo, sono impropriamente interpretati dai pazienti come “allergici”.
Molto meno frequenti, invece, sono le reazioni imprevedibili, tra le quali ci sono reazioni non immunoallergiche, ma che possono dipendere, ad esempio, da difetti enzimatici. Si pensi, ad esempio, alla carenza di enzima glucoso 6 fosfato deidrogenasi, che provoca la rottura dei globuli rossi (emolisi), e non certamente allergia nei pazienti affetti da favismo. Questa malattia, tuttavia, viene spesso confusa con le patologie allergiche.
Le reazioni “allergiche” ai farmaci
Le vere reazioni da ipersensibilità a farmaco, comunemente dette reazioni allergiche, sono molto meno frequenti, sempre imprevedibili e coinvolgono l’attivazione del sistema immunitario ad opera del farmaco. In queste reazioni si riconoscono i sintomi o meglio gli “effetti allergici” per liberazione finale di molecole quali la istamina.
A questa situazione, caratterizzata da sintomi tipicamente allergici quali prurito, orticaria, asma, collasso, si può arrivare per una strada “non allergica” nella quale il nostro organismo non riconosce immunologicamente il farmaco “colpevole”, ma il farmaco stesso in pazienti predisposti libera per altre vie, solitamente farmacometaboliche, quegli stessi mediatori, tra cui istamina e leucotrieni, responsabili dei sintomi “allergici”. Questo è il meccanismo tipico della aspirina.
Contrariamente a quanto avviene in altri tipi di reazioni avverse ai farmaci, il numero e la gravità delle reazioni allergiche non sono in genere correlati alla quantità di farmaco assunto. Nei soggetti allergici, perfino una piccola quantità di farmaco può innescare una reazione. Una tipica reazione di “ipersensibilità allergica”, ad esempio, è quella della penicillina: questo farmaco, infatti, anche assunto in minime dosi, viene ugualmente riconosciuto dagli anticorpi responsabili della reazione allergica, ovvero le Immunoglobuline E (IgE), e provoca sintomi anche gravissimi, detti “anafilattici”.
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