A cura di Federica Sardanelli, Paolo Borrelli – SSD Dermatologia ed Allergologia, Ospedale Beauregard, Aosta
Il lavaggio delle mani è una basilare quanto efficace norma di difesa dalle infezioni. In un mondo dove i batteri multiresistenti costano al sistema sanitario cifre astronomiche e alla società una quantità impressionante di vite, dove l’utilizzo oculato degli antibiotici diventa priorità e responsabilità per ogni medico, esistono poche manovre come il lavaggio delle mani, altrettanto efficaci nel limitare la propagazione di infezioni che si possono trasmettere anche per contatto. Il lavaggio delle mani come efficace manovra nel prevenire le infezioni è stata scoperta nel 1846 dal medico ungherese Ignaz Semmelweis e, da quel momento, è diventato un fedele alleato. Basti pensare agli ultimi due anni, ed in particolare ai primi mesi della pandemia da SarsCov 2, in cui è stato uno dei pochi mezzi di difesa quando i tamponi molecolari si eseguivano solo su pochi ricoverati e l’immunizzazione per il virus era solo un miraggio.
Tuttavia, il lavaggio frequente delle mani con gel antisettici e detergenti ha favorito l’aumento di dermatiti da contatto, causa di consultazione frequente con allergologi e dermatologi. Le manifestazioni variano da xerosi cutanea a dermatite da contatto; è più frequente la forma irritativa rispetto a quella allergica, e si presentano con depigmentazioni localizzate, descritte per i derivati fenolici e catecolici (1), e con modificazioni eczematose della cute come possibili complicanze.
Le due cause principali delle dermatiti da contatto sono l’esposizione delle mani ad un ambiente umido a causa del frequente lavaggio delle mani e l’utilizzo dei guanti, con conseguente aumento della permeabilità cutanea e sensibilizzazione a sostanze irritanti, e l’utilizzo di saponi, surfattanti e detergenti. Queste sostanze sono in genere ben tollerate ma se l’utilizzo è prolungato e ripetuto possono causare impoverimento del patrimonio lipidico cutaneo e la denaturazione delle proteine dello strato cutaneo, compresa la cheratina. Questi due meccanismi possono avere effetto sinergico tra di loro. Tra i fattori favorenti si annovera la dermatite atopica, nella quale il paziente già presenta alterazioni della barriera cutanea (2).
Tra le sostanze che possono causare dermatite irritativa da contatto si ricordano: alcol etilico, isopropanolo, benzalconio cloruro.
La dermatite allergica, decisamente più rara e implicabile in circa un quinto dei casi, è stata associata a: profumi (costituiti da una moltitudine di apteni, tra quelli implicati nei fenomeni di ipersensibilità ritardata troviamo linalolo e limonene, citronellolo, geraniolo, eugenolo e molti altri), tocoferolo, tetraidrossipropiletilendiamina, cocamidedietanolamina, lanolina, glicole propilenico, glicosidi con gruppo alchilico e derivati dell’acido sorbico, benzalconio cloruro, benzoati e alcole cetilstearilico. (3), (4), (5), (6). Alcune di queste sostanze possono causare sia dermatite allergica che irritativa, rendendo complessa l’attribuzione del danno all’una o all’altra eziologia in alcuni casi. (7)
La World Health Organization (WHO) afferma che se acqua e sapone non sono direttamente disponibili e le mani non sono visibilmente sporche, è utilizzabile in alternativa una soluzione che contenga almeno il 60% di alcol. Tra gli alcoli l’etanolo si è dimostrato meglio tollerato a livello cutaneo rispetto al propanolo e all’isopropanolo, in quanto meno dannoso per cheratinociti e strato corneo. Una vera e propria reazione d’ipersensibilità all’alcole etilico ed agli altri componenti dei gel a base alcolica è stata solo raramente riportata. Utilizzare prodotti senza profumi e con formulazioni ipoallergeniche riduce la probabilità di sensibilizzazione ai componenti (2).
Ecco i consigli degli allergologi su come prevenire queste manifestazioni:
- La manovra più efficace consiste nell’applicare emollienti cutanei dopo ogni lavaggio o disinfezione delle mani. L’obiettivo è attrarre e sigillare acqua all’interno dello strato corneo della cute e per ottenere questo effetto il prodotto usato deve contenere due componenti: umettanti come urea o glicole propilenico ed emollienti occlusivi come petrolato o lanolina.
- Per i lavoratori che utilizzano i guanti è importante lavarsi le mani ed applicare un emolliente ogni volta che i guanti vengono rimossi, tenendo presente che andrebbero cambiati sistematicamente ed applicati solo su mani asciutte (2).
- E’ consigliato non utilizzare un disinfettante a base alcolica immediatamente dopo aver lavato le mani con il sapone: non è necessaria ulteriore antisepsi se il lavaggio delle mani è stato effettuato in modo corretto e per almeno venti secondi.
- Al fine di non aerosolizzare particelle che potrebbero causare irritazione oculare durante la sanificazione delle mani si consiglia di eseguire tre semplici manovre:
- ventilare l’ambiente durante la manovra (azione che riduce anche il rischio di trasmissione di SarsCov 2!)
- utilizzare l’erogatore del disinfettante al di sotto della linea del volto
- chiudere gli occhi mentre lo si aziona.
Anche qui l’uso di lubrificanti oculari come quelli a base di jaluronato è utile mentre è da evitare l’utilizzo dell’aria condizionata mentre si applica il disinfettante sulle mani perché incrementa il rischio di aerosolizzazione dell’attivo antisettico. (8)
Semmelweis ha messo nelle nostre mani un’arma potente ed efficace per limitare le infezioni, che con qualche accorgimento continuerà ad affiancarci nella pratica clinica.
Bibliografia:
- Sinha S, Sardana K. Contact leukoderma following irritant contact dermatitis to an isopropanol-based hand rub: A consequence of rigorous hand hygiene. Contact Dermatitis. 2021 May;84(5):346-348. doi: 10.1111/cod.13743. Epub 2020 Dec 1. PMID: 33188701; PMCID: PMC7754559
- Beiu C, Mihai M, Popa L, Cima L, Popescu MN. Frequent Hand Washing for COVID-19 Prevention Can Cause Hand Dermatitis: Management Tips. Cureus. 2020 Apr 2;12(4):e7506. doi: 10.7759/cureus.7506. PMID: 32373409; PMCID: PMC7195203
- Burden-Teh E, Shinhmar S, Bleiker T. Fragranced hand gels: beware the risk of contact allergy. Clin Exp Dermatol. 2021 Aug;46(6):1114-1116. doi: 10.1111/ced.14639. Epub 2021 Apr 27. PMID: 33908082; PMCID: PMC8239602
- Antelmi A, Hopkins K, Svedman C, Dahlin J. Occupational allergic contact dermatitis to tetrahydroxypropyl ethylenediamine in hand sanitizers. Contact Dermatitis. 2020 Sep;83(3):220-221. doi: 10.1111/cod.13552. Epub 2020 May 4. PMID: 32281656
- Schlarbaum JP, Hylwa SA. Allergic Contact Dermatitis to Operating Room Scrubs and Disinfectants. Dermatitis. 2019 Nov/Dec;30(6):363-370. doi: 10.1097/DER.0000000000000525. PMID: 31724990
- Voller LM, Schlarbaum JP, Hylwa SA. Allergenic Ingredients in Health Care Hand Sanitizers in the United States. Dermatitis. 2021 May-Jun 01;32(3):151-159. doi: 10.1097/DER.0000000000000567. PMID: 32091462
- Dear K, Palmer A, Nixon R. Contact allergy and allergic contact dermatitis from benzalkonium chloride in a tertiary dermatology center in Melbourne, Australia. Contact Dermatitis. 2021 Mar 3. doi: 10.1111/cod.13826. Epub ahead of print. PMID: 33656745
- Shetty R, Jayadev C, Chabra A, Maheshwari S, D’Souza S, Khamar P, Sethu S, Honavar SG. Sanitizer aerosol-driven ocular surface disease (SADOSD)-A COVID-19 repercussion? Indian J Ophthalmol. 2020 Jun;68(6):981-983. doi: 10.4103/ijo.IJO_1308_20. PMID: 32461409; PMCID: PMC7508141
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