Alcuni sintomi di allergie non sono sempre facile da riconoscere e tanti sono i dubbi. Riportiamo qui di seguito le risposte della dott.ssa Susanna Voltolini, allergologa AAIITO, realizzate in collaborazione con Pazienti.it
Quali sono i sintomi meno comuni di reazioni allergiche?
Ci sono situazioni in cui alcuni dei sintomi tipici delle reazioni allergiche sono presenti, ma difficili da attribuire ad una sostanza o a un meccanismo scatenante.
Ad esempio, il prurito dell’ultima parte del palato e interno alle orecchie può essere un segno di allergia a pollini o acari o animali (respiratoria), talvolta non accompagnato dai classici disturbi nasali. Altre volte, invece, può essere provocato da una allergia alimentare, soprattutto ad alcune frutta e verdure crude, some sintomo possibile nell’ambito della cosiddetta “sindrome orale allergica”, insieme al gonfiore delle mucose orali. Se invece il prurito si localizza al palmo delle mani, alla pianta dei piedi, talvolta anche alle orecchie o ai genitali, può essere il segno iniziale di una reazione anafilattica, cioè la più grave delle reazioni allergiche, provocata da alimenti o farmaci o puntura di insetti.
La febbre può essere sintomo di allergia?
Molto raramente: in qualche caso di raffreddore da pollini in fase stagionale acuta, insieme ai classici disturbi a carico di naso, occhi e bronchi, si può manifestare una febbricola. Non a caso gli inglesi lo chiamano “febbre da fieno”. La rarità della febbre nelle forme allergiche porta comunque in genere a considerarla come segno distintivo importante nella diagnosi differenziale con la rinite di origine infettiva.
In alcuni casi di gravi reazioni da ipersensibilità a farmaci, che interessano l’intero organismo, con sintomi infiammatori vari (quindi non di tipo anafilattico), ci può essere febbre come sintomo aggiuntivo.
Reazioni allergiche solo cutanee: cosa fare?
Molto dipende dall’aspetto della manifestazione cutanea e dalla sua estensione: se si tratta di tipica orticaria (con pomfi pruriginosi tipo quelli provocati dalle zanzare, più o meno grandi, sparsi o vicini e confluenti) la cosa migliore è assumere una compressa di antistaminico, farmaco che il soggetto allergico deve sempre avere a portata di mano. Se invece la dermatite ha l’aspetto di un eczema (arrossamento, bollicine, secchezza, gonfiore) è meglio agire con creme, inizialmente antinfiammatorie blande (ossido di zinco ad esempio), prima di passare a creme cortisoniche e/o antibiotiche possibilmente su prescrizione medica o consiglio del farmacista. L’antistaminico per bocca sarà comunque utile per controllare il prurito, quindi il grattamento e delimitare un po’ la reazione. In caso di dermatite grave e diffusa, oltre all’antistaminico sarà necessario del cortisone per via generale (compresse o iniezioni), a volte per parecchi giorni.
Quanto dura una reazione allergica?
Dipende dal tipo di reazione, se immediata o non immediata, e dalla sua gravità. Le reazioni immediate, sia di tipo respiratorio che cutaneo, dalla rinite all’asma all’orticaria, possono durare da pochi minuti a qualche ora, a seconda dell’intensità del disturbo e dell’allontanamento della causa scatenante (es. polvere, animali, alimenti, ecc). Assumere farmaci appropriati, dallo spray nasale a quello bronchiale, all’antistaminico in compresse, può interrompere la reazione e di conseguenza ridurne la durata spontanea. In alcuni casi ciò è necessario, anche per evitare un progressivo aggravamento della situazione (asma e orticaria acuta).
Le reazioni di tipo ritardato in generale tendono ad avere una durata maggiore, anche fino a qualche settimana: ad esempio gli eczemi da contatto (con metalli, profumi, tinture, gomma, ecc), ma anche alcune reazioni di ipersensibilità a farmaci caratterizzate da eruzioni cutanee particolarmente persistenti (rash maculo papulari, eruzioni bollose). Tutte queste manifestazioni richiedono prontamente un appropriato trattamento farmacologico.
Quando una reazione allergica si dice grave?
Quando è immediata e “sistemica”, cioè coinvolge più organi e apparati. Ad esempio, l’Anafilassi, che si definisce proprio per la comparsa di sintomi a carico della pelle, dell’apparato digerente, respiratorio e cardiocircolatorio, variamente associati. Nella sua forma più grave può arrivare allo shock anafilattico (ad esempio da puntura di vespa o calabrone). Anche una reazione respiratoria, con broncospasmo e quindi affanno intenso che non risponde al broncodilatatore, oppure una difficoltà respiratoria dovuta al gonfiore (edema) della gola, possono essere espressione di una reazione grave. Tra le reazioni non immediate, che compaiono quindi a distanza di qualche giorno dall’inizio di una cura o da un contatto, possono essere gravi alcune reazioni di ipersensibilità a farmaci (es. reazioni bollose), ma anche alcune allergie da contatto, ad esempio con tinture per capelli.
allergia, sintomi