L’arrivo della primavera segna l’inizio della bella stagione: le giornate si allungano, le temperature si alzano, le piante fioriscono e…l’aria si carica di pollini.
Quest’anno, l’uso obbligatorio delle mascherine anche all’aperto per proteggersi dal contagio di SARS-CoV-2, potrebbe essere un aspetto positivo per gli allergici perché aiuta a ridurre l’esposizione quotidiana ai pollini e quindi i sintomi delle allergie respiratorie. Le persone allergiche, tuttavia, non sembrano molto sollevate da questa buona notizia perché le loro preoccupazioni si concentrano sui vaccini anti-Covid. I casi di reazioni anafilattiche gravi avvenute nel Regno Unito e negli Stati Uniti a seguito delle prime somministrazioni, infatti, ha creato un certo allarme.
Le allergie respiratorie ed i vaccini anti-Covid
Le società scientifiche degli specialisti allergologi, AAIITO (Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali Ospedalieri) e SIAAIC (Società Italiana di Allergologia Asma ed Immunologia Clinica) sono intervenute dando risposte concrete raccolte in linee guida per la gestione degli allergici a rischio di reazioni severe; queste sono in costante aggiornamento man mano che la campagna vaccinale prosegue e vengono raccolti maggiori dati clinici.
Essere allergici, di per sé, non è una controindicazione al vaccino, e gli esperti allergologi hanno identificato le quattro categorie di pazienti a maggior rischio, che possono essere vaccinati, ma con alcune ulteriori precauzioni:
- chi ha avuto reazioni precedenti alla prima somministrazione del vaccino per Covid-19
- chi soffre di mastocitosi
- chi ha avuto in passato più di una reazione anafilattica, specialmente se non ne è stata identificata la causa
- chi ha asma grave non controllato.
Per conoscere le raccomandazioni degli allergologi per le vaccinazioni anti-Covid clicca qui.
Le allergie respiratorie ed i temporali primaverili
Le persone con allergie alle graminacee, alla parietaria e all’olivo probabilmente non amano molto i temporali primaverili. Ma perché?
In primavera, quando nell’aria ci sono i pollini e scoppia un temporale, questi possono rompersi creando delle sub-particelle che penetrano più in profondità nelle vie aeree scatenando crisi asmatiche più gravi.
In un recente studio curato da Riccardo Asero, Presidente AAIITO, diversi pollini sono stati frammentati sperimentalmente e si è verificato che alcuni, come quelli della parietaria, graminacee e olivo, mantengono l’allergenicità ed essendo più piccoli possono scendere più a fondo nelle vie aeree causando attacchi d’asma in chi ha una rinocongiuntivite; altri pollini come quelli di betulla, cipresso e ambrosia, una volta spezzati, invece, sembrano perdere maggiormente la capacità allergenica.
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