Estate e dermatiti allergiche: ecco cosa può accadere con l’esposizione al sole. Nella pratica clinica del dermatologo e dell’allergologo è di comune osservazione un aumento di casi e/o un peggioramento di alcune dermatiti nel periodo estivo. Sia le dermatiti allergiche da contatto con metalli, profumi e tessuti, sia le vere dermatiti “foto allergiche” sono condizionate dall’esposizione al sole e alle temperature ambientali elevate, con conseguente aumento della traspirazione cutanea, specie in caso di clima caldo-umido. Esistono poi rari casi di vera orticaria scatenata dall’esposizione ai raggi solari (orticaria “solare”) o altre dermatiti per le quali si parla di “allergia al sole”, in quanto dovute ad una alterata reazione del sistema immunitario alla luce solare (dermatite polimorfa).
Per l’allergologo, la problematica più frequente in estate è la dermatite da contatto con nichel. In Europa il 20% circa della popolazione è allergica al nichel: nel nostro Paese si arriverebbe, secondo alcuni dati, al 32%, con un rapporto tra donne e uomini di 3:1 o più. Si manifesta come un eczema (arrossamento, vescicole e desquamazione), di solito limitato all’area cutanea a stretto contatto con oggetti contenenti il metallo, come i lobi delle orecchie (orecchini), polso (orologi), collo (collane), ma anche altre zone del corpo, tra cui il volto e il cuoio capelluto per contatto con occhiali in metallo, piercing, fermagli per capelli.
Può capitare che chi è allergico al nichel non abbia manifestazioni nel periodo invernale, ma presenti la tipica dermatite in estate, quando la liberazione di ioni metallici dalle leghe in cui sono contenuti è favorita dalla sudorazione. Di conseguenza, il contatto con oggetti metallici quali fibbie, borchie, bottoni, orologi e bracciali provoca più facilmente lesioni eczematose, molto pruriginose, che tendono ad estendersi anche oltre la zona, per via della dispersione cutanea nel sudore. Tipiche le dermatiti nell’area sotto ombelicale, che si manifestano in entrambi i sessi, essendo scatenate dal contatto con fibbie e bottoni metallici di pantaloni, tendono a cronicizzare e sono a rischio aumentato di sovrainfezione batterica nella stagione estiva.
Anche le dermatiti da contatto allergiche dovute a coloranti di tessuti e a profumi possono peggiorare nella stagione estiva, sempre per il duplice meccanismo della esposizione solare e della sudorazione. Nel caso dei profumi, occorre considerare che le sostanze (apteni) capaci di indurre allergia da contatto sono contenute negli oli essenziali e negli estratti di molte piante aromatiche (timo, lavanda, rosmarino, maggiorana, menta, citronella, ecc,). Le essenze profumate possono essere contenute anche in creme farmacologiche, e sono utilizzate nella “aromaterapia”. Quindi la sensibilizzazione allergica ai profumi, una delle più frequenti nella popolazione generale di entrambi i sessi, può avvenire attraverso vari tipi di contatto.
Esiste poi la possibilità di vere e proprie dermatiti da contatto mediate dalla luce solare, distinte in “fototossiche” e “fotoallergiche” a seconda del meccanismo con cui si sviluppano.
Più specificamente, si parla di FITOFOTODERMATITI per quelle forme causate da contatto con sostanze vegetali in associazione all’esposizione alla luce solare. Le furocumarine sono le sostanze con effetto fototossico (attivate e rese irritanti per la pelle dai raggi ultravioletti) contenute in numerose piante, soprattutto della famiglia delle ombrellifere, moracee e rutacee. Tipiche le gravi dermatiti scatenate dall’uso, in passato, del latte di fico, per favorire l’abbronzatura. Anche gli agrumi (limone, bergamotto) possono essere causa di dermatiti eczematose da contatto, sia fototossiche che fotoallergiche. Nel periodo estivo può manifestarsi anche quella conosciuta come “dermatite da prato”, provocata dalle furocumarine presenti nell’erba che vengono sprigionate a seguito della pressione esercitata dal corpo sulle piante, quando si cammina o ci si stende su un prato.
Un discorso a parte meritano le dermatiti da contatto da farmaci, tra cui alcune sono tipicamente di tipo fotoallergico, cioè mediate dalla luce solare: la prometazina (Fargan) e il Ketoprofene (Artrosilene, Lasonil, ecc) sono i farmaci per uso locale più noti come causa di dermatiti che si manifestano inizialmente nelle zone di applicazione del farmaco, ma possono estendersi ad altre zone del corpo esposte al sole e venute accidentalmente a contatto con il farmaco. Alcuni casi di dermatite delle mani sono dovuti al contatto con il farmaco che è stato spalmato sul corpo di un’altra persona (la cosiddetta “consort dermatitis”).
Le manifestazioni allergiche lievi consistono in arrossamenti, chiazze pruriginose, vescicole, mentre le forme più serie possono evolvere in lesioni estese di tipo bolloso ed esfoliazione. Generalmente la durata della reazione di fotosensibilizzazione, dopo la sospensione del contatto, può variare da pochi giorni a qualche settimana, ma sono stati riportati anche casi di persistenza, con recidiva di dermatite anche negli anni successivi.
Per diagnosticare con certezza le dermatiti da contatto di tipo fotoallergico occorre utilizzare il foto patch test, cioè il test da contatto con le sostanze sospette (il classico Patch test) con l’aggiunta dell’irradiazione fatta con lampade UVA che riproducono l’esposizione solare.
Gli esperti di AAIITO hanno raccolto i 3 principali consigli per evitare o limitare le dermatiti da contatto soprattutto nel periodo estivo
- Se allergici al nichel, meglio evitare, soprattutto in estate, qualsiasi contatto con oggetti metallici (se non certificati come “esenti nichel”).
- Non utilizzare profumi direttamente sulla pelle, specie prima di esporsi al sole, limitando in generale l’uso di essenze, creme e cosmetici profumati nel periodo estivo.
- Tra le creme farmacologiche, scegliere quelle a minor rischio di fotosensibilizzazione, ma se si è utilizzato un prodotto contenente ketoprofene, evitare l’esposizione alla luce solare anche indiretta, durante e fino a 2 settimane dopo l’applicazione.
A cura della Dott.ssa Susanna Voltolini, Allergologa AAIITO
AAIITO, allergia al nichel, dermatiti allergiche, nichel