Se è vero che il 15% – 20% della popolazione è afflitto da problemi di natura allergica, non meraviglia che anche in gravidanza si osservino frequentemente fenomeni di tale natura, tuttavia con le peculiarità che caratterizzano la fase gestazionale. Peculiarità che riguardano sia i meccanismi patogenetici delle manifestazioni allergiche, che l’approccio diagnostico e terapeutico.
In maniera del tutto imprevedibile, in gravidanza si può assistere ad un netto miglioramento di una forma allergica già in corso, a volte fino alla scomparsa, mentre a volte si può andare incontro ad un peggioramento del quadro clinico o può verificarsi che donne che non hanno mai sofferto di allergia si ritrovino a dover affrontare i sintomi legati a questa patologia. Non è raro poi che le manifestazioni si risolvano spontaneamente dopo il parto pur potendosi ripresentare nel corso di gravidanze successive. In un terzo delle donne invece la situazione può rimanere invariata rispetto alla condizione pre-gestazionale. Tali fenomeni sono da attribuire alle modificazioni che si verificano sia a livello fisico che ormonale, comprese quelle riguardanti il sistema immunitario (e di cui abbiamo ancora una conoscenza sommaria) che avvengono nell’organismo durante tale particolare periodo della vita della donna.
Frequenti sono i sintomi che riguardano le vie aeree, da riniti a forme più gravi con vere e proprie crisi asmatiche. Rare invece le allergie che si manifestano con sintomi a livello gastrico e intestinale. Ancora più frequenti nelle donne in gravidanza sono le manifestazioni cutanee: circa il 20% lamenta prurito e la comparsa sulla cute di puntini, bolle fino ad una vera e propria orticaria. Generalmente queste manifestazioni non sono di natura allergica e si manifestano in particolar modo durante l’ultimo trimestre. Tendono di solito a scomparire del tutto sin dalle prime ore dopo il parto, anche se in alcuni casi possono essere necessari alcuni giorni perché le manifestazioni cutanee ed il prurito scompaiano.
Le allergie alle punture di imenottero. Le allergie alle punture di api, vespe e calabroni costituiscono sempre un rischio estremo in gravidanza per la possibilità di insorgenza di reazioni sistemiche estremamente pericolose per la madre e per il feto, quali l’anafilassi. Le prove allergologiche in vivo come le intradermoreazioni e i prick test, sconsigliate trattandosi di allergeni così potenti, possono essere sostituite da uno specifico esame sul sangue per la ricerca delle immunoglobuline e di specifiche molecole per ciascun veleno, responsabili delle reazioni allergiche. In caso di positività di tali test, la necessità di intraprendere una Immunoterapia Specifica per il Veleno di Imenotteri non è da escludere e dovrà essere valutata caso per caso; va iniziata al termine della gravidanza mentre può essere proseguita se già in fase di mantenimento ben tollerato.
L’allergia ai farmaci in gravidanza è abbastanza rara, ma spesso, di fronte ad una storia clinica di pregressa allergia da farmaci, viene posto il problema di quali sostanze possano essere somministrate in caso di necessità e soprattutto la valutazione del rischio legato all’impiego dei farmaci da utilizzare per un’eventuale procedura anestesiologica.
Per la complessità della problematica è quindi fondamentale ricorrere in maniera possibilmente preventiva ad un consulto specialistico allergologico, per consentire un inquadramento diagnostico della paziente più ampio e completo possibile, tenendo presente che, laddove possibile, è preferibile eseguire test sul sangue.
Anche l’approccio terapeutico è di pertinenza specialistica. Per tutti i medicinali occorre infatti capire, insieme al ginecologo, quali possono essere assunti e quali invece andrebbero evitati.
“Quello che una futura mamma potrebbe fare” consiglia la Dott.ssa Carmen Montera, allergologa AAIITO, “è esaltare i comportamenti di tipo preventivo e quindi, per le manifestazioni cutanee fare attenzione a detersivi, ammorbidenti, saponi e prodotti cosmetici oltre a cercare di evitare l’assunzione di alimenti “insoliti”. Per le manifestazioni allergiche che invece colpiscono le vie aeree è fondamentale mantenere gli ambienti della casa sempre puliti e ben areati, passare l’aspirapolvere ogni giorno su tutte le superfici ed utilizzare detergenti non aggressivi per le pulizie. E’comunque importante sapere che, pur con tutte le cautele del caso, vi sono farmaci anti allergici che possono essere assunti in gravidanza in tutta sicurezza.
Un aspetto particolare che non va sottovalutato è l’influenza dell’allergia in gravidanza sul feto e sulle sue potenzialità di sviluppare nel corso della vita una patologia allergica. Un recente studio comparso sul J Allergy Clin Immunol ha dimostrato come il monitoraggio mediante FENO (livello di ossido nitrico nell’aria espirata) alle madri (179 casi) è valso a prevenire lo sviluppo di patologia asmatica nei figli[1]. Come pure interessante è quanto emerso in un recente studio[2] che conferma che l’asma in epoca gestazionale è associata ad un aumento dei rischi di mortalità perinatale, parto prematuro, basso peso alla nascita, riduzione di crescita fetale (SGA) e asfissia, per cui un’attenzione al monitoraggio ed al trattamento dell’asma riduce il rischio di insorgenza di tali problematiche nel nascituro.
In conclusione, da queste brevi considerazioni emerge che sono le peculiarità del periodo gestazionale a condizionare particolari evoluzioni delle manifestazioni allergiche in gravidanza. La collaborazione e lo scambio di informazioni e di esperienza fra le varie figure professionali (ginecologo, allergologo, anestesista) rappresentano l’approccio più corretto e vantaggioso per la paziente.
[1] Managing Asthma in Pregnancy (MAP) trial: FENO levels and childhood asthma, Morten M., et al. J Allergy Clin Immunol., 2018 Mar 8.
[2] Maternal asthma is associated with increased risk of perinatal mortality, Kemppainen M et al., PLoS One. 2018 May 18;13(5)
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