In tema di allergie, un vero e proprio controsenso, teoria contro pratica.
Da una parte le ultime linee guida pubblicate dall’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica (EAACI) che, partendo dall’assunto che l’AIT sia la migliore terapia per almeno metà dei pazienti allergici suggeriscono una maggiore applicazione e, dall’altra, gli ultimi dati sul reale uso della terapia in Italia, con un continuo trend decrescente del numero di pazienti trattati negli ultimi quattro anni.
Le recentissime linee guida EAACI, il più importante documento scientifico pubblicato su questo argomento ne sanciscono la sicurezza e l’efficacia nella cura delle allergie respiratorie e da veleno di imenotteri. Specificano i criteri di candidabilità dei pazienti, e chiariscono come sia consigliata nella rinite allergica persistente di cui soffrono la maggior parte dei pazienti rinitici o con asma di grado lieve/moderato. Questo significa che attualmente in Italia, su una popolazione di circa 15 milioni di persone che soffre di allergia respiratoria, sono quasi 8 i milioni di pazienti con allergia moderata grave che sarebbero eleggibili all’uso dell’AIT.
Per contro in Italia, gli ultimi dati registrano come solo il 2% dei pazienti candidabili sia attualmente in terapia. Una mancanza di impiego della terapia che alla luce delle conoscenze consolidate, rappresenta un grave danno per i pazienti. In pratica se potessimo usare un esempio, sarebbe come se per curare il mal di testa di un paziente con la pressione alta, si scelga di assumere un antidolorifico e non un farmaco che abbassi la pressione, vera causa del mal di testa.
AIT la terapia che cura l’allergia, cambiando la storia naturale della malattia. L’Immunoterapia Allergene Specifica, più nota con il poco corretto termine di vaccino, consiste nella somministrazione di dosi progressivamente crescenti dell’allergene verso cui il paziente è sensibilizzato. In tal modo il suo sistema immunitario viene sollecitato a difendersi contro la sua allergia, producendo anticorpi di difesa contro lo stesso allergene ed inducendo quindi una tolleranza alla sua riesposizione.
Dati Italia AIT: costo, rimborsabilità a macchia di leopardo nelle diverse regioni italiane e scarsa informazione al pubblico ed alle altre categorie mediche, le barriere che ne limitano l’utilizzo. Le motivazioni che limitano l’utilizzo dell’AIT in Italia sono molteplici. Certamente il problema dei costi, nelle regioni nelle quali questo trattamento è a totale carico dei pazienti, con una spesa annua di circa 500/600 Euro, rappresenta una forte limitazione. In Italia esiste una situazione a macchia di leopardo, a causa della mancanza di una legislazione che regoli la rimborsabilità dell’AIT in modo uniforme. La decisione se erogare o meno l’AIT, e in che misura, infatti, dipende unicamente dalle singole regioni. Questo comporta una difformità inaccettabile, se pensiamo che si tratta di una malattia cronica la cui cura dovrebbe rientrare tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Ma ciò non basta a spiegare il progressivo trend negativo dell’uso dell’AIT, il cui impiego negli ultimi quattro anni si è ridotto in Italia di circa il 25%. Un’altra importante motivazione è rappresentata dalla scarsa e a volte erronea conoscenza delle malattie allergiche che vengono ancora troppo spesso banalizzate. C’è poca conoscenza delle possibilità diagnostiche e terapeutiche, in particolare dell’AIT, a vari livelli; non solo nella popolazione generale ma anche tra i medici di medicina generale. Infatti, trattandosi di una terapia di pertinenza esclusiva dell’allergologo, unico specialista a conoscerne intimamente i meccanismi d’azione continua ad essere non sufficientemente supportata da molti medici di medicina generale e di altre branche specialistiche che la guardano ancora con un certo scetticismo, forse considerandola poco o meno utile rispetto al trattamento farmacologico.
Il valore aggiunto dell’AIT rispetto agli altri farmaci anti-allergici. La reazione allergica è dovuta ad una alterata reazione del sistema immunitario nei confronti di sostanze generalmente innocue – nelle allergie respiratorie le più comuni sono acari, pollini, muffe ed epiteli – ed è altrettanto noto e dimostrato, grazie all’utilizzo di numerosi biomarcatori, come l’immunoterapia specifica, agendo sulla causa della malattia, sia in grado di correggere tale alterazione. Infatti la “regolazione” del sistema immunitario ad opera della Immunoterapia Allergene Specifica riduce non solo i sintomi ed il consumo di altri farmaci ma anche il rischio della comparsa di nuove patologie che vanno ad aggiungersi a quelle già presenti, le cosiddette comorbidità. Tra queste la sinusite, la poliposi nasale, l’asma nei pazienti con sola rinite, l’ipertrofia adenoidea nei bambini. Inoltre gli effetti positivi di una corretta immunoterapia sono abbastanza rapidi, manifestandosi già dopo i primi mesi di trattamento. Nelle allergie respiratorie i più comuni farmaci utilizzati, come gli antistaminici ed i corticosteroidi topici, sono utili ed efficaci sui sintomi, i quali tuttavia si ripresentano non appena il loro effetto cessa. In altri termini non agiscono sulla causa ma solo sulle conseguenze. L’AIT, agendo sul meccanismo della malattia, non solo riduce i sintomi ed il consumo dei farmaci, ma mantiene la propria efficacia per molti anni dopo la sospensione del ciclo di trattamento, che dovrà per questo avere una durata di almeno 3-4 anni. L’AIT può essere somministrata per via sottocutanea o sublinguale. Il rischio di reazioni avverse è estremamente basso, in particolare con la via sublinguale; le controindicazioni pochissime e non c’è limite di età al suo utilizzo.
AIT, allergie da veleno di imenotteri, allergie respiratorie, EAACI